(Goldstone)
Regia di Ivan Sen
con Aaron Pedersen (Jay Swan), Alex Russell (Josh), Jacki Weaver (Maureen), David Wenham (Johnny), Michelle Davidson (Mei), David Gulpilil (Jimmy), Tom E. Lewis (Tommy), Cheng Pei-pei (Mrs. Lao), Kate Beahan (Pinky).
PAESE: Australia 2016
GENERE: Noir
DURATA: 110′
Il detective di origini aborigene Jay Swan arriva nella sperduta Goldstone per indagare sulla scomparsa di una giovane ragazza. Con l’aiuto del poliziotto locale, scopre che la sparizione è legata ai loschi traffici dei gestori della miniera di Furnace Creek…
Scritto dal regista, anch’egli indigeno australiano, è un giallo a passo lento in cui, più della trama, contano i personaggi e il forte sottotesto antropologico e sociale. La cittadina di Goldstone – quattro container gettati in mezzo al deserto – è un non luogo nato soltanto per dar da dormire agli operai della miniera: un’ambientazione anomala ma suggestiva perchè vi risiede il senso del film, che racconta il massacro (e la conseguente ghettizzazione) degli aborigeni ad opera dell’uomo bianco e riflette su come quest’ultimo abbia ucciso il bello ed il sacro (ne sono un esempio le pitture rupestri che Jimmy mostra a Jay) in nome del dio denaro (la miniera). Splendidamente fotografato dallo stesso Sen, il film è un giallo-noir sui generis che si svolge lontano dalle metropoli e alla luce del sole, un western moderno che rivela le molte similitudini tra la storia australiana e quella americana, entrambe intinte nel sangue di un peccato originale difficile da metabolizzare. Film lento, non prolisso: la sua lentezza è subordinata alla creazione dell’atmosfera. Ottimi attori alle prese con personaggi complessi, tra i quali spicca il mefistofelico sindaco della Weaver. Il personaggio del detective indigeno Swan era già apparso nel precedente film di Sen, Mystery Road (2013).