Donne sull’orlo di una crisi di nervi

(Mujeres al borde de un ataque de nervios)

Regia di Pedro Almodòvar

con Carmen Maura (Pepa), Antonio Banderas (Carlos), Julieta Serrano (Lucia), Rossy de Palma (Marisa), Maria Barranco (Candela), Kiti Manver (Paulina Morales), Guillermo Montesinos (il tassista), Chus Lampreave (la portinaia), Fernando Guillén (Ivan), Ana Leza (Ana).

PAESE: Spagna 1988
GENERE: Grottesco
DURATA: 89′

Lasciata da Ivan, compagno di vita e di lavoro, la doppiatrice Pepa inizia a cercarlo, sia al telefono che di persona, per comunicargli una notizia importante. Nel suo attico, prima della rivelazione finale, si incontrano diversi personaggi: Carlos, figlio di Ivan venuto per caso con la fidanzata a visionare l’appartamento; Candela, un’amica modella finita in un giro di terroristi sciiti; Lucia, la moglie malata psichiatrica di Ivan, convinta che il marito sia prossimo a partire per Stoccolma proprio con Pepa che, però, non ne sa nulla…

Ottavo film di Almodovàr, che l’ha anche sceneggiato prendendo spunto dall’opera teatrale La voce umana (1930) di Jean Cocteau. Lo humor spagnolo incontra la commedia sofisticata americana (ma anche il Wilder de L’appartamento) in questa farsa degli equivoci che inizia lenta e poi sfocia in una seconda parte esplosiva, nella quale si amplifica quel clima grottesco e kitsch tipico del primo cinema del regista. Che ebbe a dirne: “è una feroce critica contro il telefono e la segreteria telefonica, che in realtà aiutano i bugiardi”. Al netto di una trama che avanza troppo spesso per deus ex machina (gli incontri col tassista, l’ascolto fortuito da parte di Pepa della telefonata di Ivan all’avvocatessa) e di personaggi secondari fin troppo caricaturali, il film diverte, spiazza, e pennella un mesto ritratto delle relazioni umane pregne di menzogna e disonestà. Ed è anche un omaggio alla forza delle donne, combattenti, indipendenti, in un mondo di uomini o stupidi o cattivi, spesso entrambe le cose. Insomma, un Almodovàr al 100 % che proiettò il regista al riconoscimento internazionale e gli fruttò, oltre che una nomination all’Oscar per il miglior film straniero, ben 5 premi Goya (gli Oscar spagnoli). Primo incontro tra il regista e il direttore della fotografia José Luis Alcaine. Film allegro ma velatamente tragico.

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