(Scarface)
Regia di Howard Hawks
con Paul Muni (Antonio “Tony” Camonte), George Raft (Gino Rinaldo), Ann Dvorak (Cesca), Karen Morley (Poppy), Osgood Perkins (Johnny Lovo), C. Henry Gordon (ispettore Guarino), Vince Barnett (Angelo), Boris Karloff (Gaffney), Harry J. Vejas (Big Louis), Purnell Pratt (Mr. Gaston), Inez Palange (Mrs. Camonte).
PAESE: USA 1932
GENERE: Gangster
DURATA: 94′
Chicago, durante il proibizionismo. Sbarazzatosi della concorrenza, il gangster Tony Camonte diventa un pezzo grosso della malavita organizzata. Ma la smania di potere e l’amore incestuoso verso la sorella lo porteranno alla rovina.
I titoli di testa recitano “un film tratto da Scarface di Armitage Trail e dai giornali dell’epoca”, ad indicare quanto Hawks – anche produttore con Howard Hughes – ci tenesse a girare un instant movie che fosse specchio di quei tempi feroci, in cui vigeva il proibizionismo e le metropoli erano lo scenario di sanguinose battaglie per il controllo dell’alcol e del gioco d’azzardo. La storia di Camonte, personaggio palesemente ispirato ad Al Capone (1899 – 1947), diventa nelle mani di Hawks (e Ben Hecht, unico sceneggiatore accreditato) una sorta di tragedia moderna che getta le fondamenta di ciò che sarà il gangster movie degli anni a venire: nessuna cessione romantica, personaggi animaleschi e spesso abominevoli, molta violenza e un fatalismo morale che farà scuola. Nel contattare Hecht, pare che Hawks gli disse: “prendiamo la famiglia Borgia e la ambientiamo a Chicago”. Girato nel 1931, uscì soltanto l’anno seguente dopo una serie infinita di rinvii e di ritocchini imposti dalle maglie della censura (al titolo venne addirittura affiancato l’inequivocabile sottotitolo The Shame of the Nation). Hawks seppe fare di necessità virtù, riuscendo a girare un film violentissimo in cui la violenza è soltanto suggerita e, per questo, ancor più inquietante. Non a caso, è anche uno dei primi film americani a parlare di incesto, prostituzione, e a criticare l’operato dei mass media. Da ricordare l’introduzione in piano sequenza, capolavoro di drammaturgia dalla perfette suspense, e l’epilogo in cui la macchina da presa passa ironicamente dal cadavere di Camonte all’insegna al neon che recita “il mondo è tuo”. In entrambe le scene Hawks – che riteneva Scarface il suo miglior film, se non altro per la libertà produttiva di cui godette – svela prepotentemente la propria presenza, andando di fatto contro alle regole del cinema classico. Memorabile fotografia espressionista di Lee Garmes e magistrale prova di Muni. Negli ultimi anni l’assistente alla regia Richard Rosson è stato spesso accreditato come co-regista del film. Rifatto da Brian De Palma nel 1983 con Al Pacino protagonista.