Gli abbracci spezzati

(Los abrazos rotos)

Regia di Pedro Almodovar

con Lluis Homar (Mateo Blanco/Harry Caine), Penélope Cruz (Magdalena Rivero), Blanca Portillo (Judit Garcia), José Luiz Gomez (Ernest Martel), Rubén Ochandiano (Ray X), Tamar Novas (Diego), Angela Molina (la madre di Lena), Chus Lampreave (la portinaia), Lola Duenas (lettrice di labbra), Rossy de Palma (Julieta).

PAESE: Spagna 2009
GENERE: Sentimentale
DURATA: 127’

Ex regista cinematografico, cieco in seguito ad un incidente d’auto, Mateo Blanco è diventato uno sceneggiatore con lo pseudonimo di Harry Caine. Intorno a lui gravitano Judit, la sua premurosa agente, e il figlio di lei Diego, DJ e collaboratore di Harry. La morte di un ricco industriale porta Harry a ricordare gli eventi di dodici anni prima, quando ebbe una travolgente storia d’amore con l’attrice Magdalena, mai dimenticata…

Diciottesimo film di Almodovar, il primo dopo il grande successo di Volver = Tornare (2006). Opera complessa, geometrica, affronta molti temi cari al regista: il potere salvifico dell’arte (e del cinema), quello del bisogno di vivere i ricordi attraverso essa, quello delle passioni amorose che si scontrano coi meccanismi malati che regolano la società. È, forse, il suo film più autobiografico e meta cinematografico (almeno fino al successivo Dolor y gloria, del 2019), il meno folcloristico in termini di personaggi e il primo con protagonista un maschio eterosessuale (anche se il fulcro dell’azione è comunque una donna, Lena). È anche un film sulla Cruz, musa del regista, raramente così brava, valorizzata alla perfezione nel suo mix di fragile dolcezza e prorompente sessappiglio. Nei credits, il primo nome che appare è il suo. A convincere poco sono, più degli intenti, i risultati: è infatti un film sbilanciato, irrisolto, qua e la didascalico. Il colpo di scena finale è un tratto tipico del cinema del regista, ma qui ve ne sono talmente tanti, uno dietro l’altro, da farlo sbracare pericolosamente nel terreno della soap-opera. Il film girato da Mateo, Chicas y maletas (Ragazze e valigie), è la palese parodia di Donne sull’orlo di una crisi di nervi dello stesso Almodovar. Impagabili le parentesi con la Duenas lettrice di labbra, a riprova di quanto il regista rimanga uno dei migliori quando si tratta di alternare in maniera armoniosa registri diversi (in questo caso commedia e tragedia). Il titolo fa riferimento ad una scena di Viaggio in Italia di Rossellini, film che i protagonisti guardano alla TV.

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