Leslie Nielsen: quando demenziale significava divertente.

Ridere, ridere, ridere. Questo succede quando si guarda un film con Leslie Nielsen. Il merito è sicuramente della premiata ditta che lo ha lanciato come attore comico, la Zucker- Abraham- Zucker, scommettendo su di lui per la realizzazione de L’aereo più pazzo del mondo. Nielsen non appariva molto, ma ripensando a quel film, ci si accorge che non ci si ricorda troppo dei protagonisti Robert Hays e Julie Hagerty, quanto dei comprimari Lloyd Bridges (altro grandissimo della comicità) e Leslie Nielsen. Di quest’ultimo ci torna in mente quel suo modo di dire cose idiote con il viso impassibile, il suo sorriso ingenuo, i suoi tempi comici perfetti. Una recitazione che diventerà cifra stilistica di tutti i suoi personaggi, dal Frank Drebin di Una pallottola spuntata al presidente imbelle di Scary Movie 3. Nielsen ci portava tramite i suoi personaggi in un mondo inesistente, quasi fiabesco, in cui i corpi si plasmavano per fare ridere e in cui la morte era praticamente inesistente. Non c’erano particolari messaggi, magari non ci si trovava dinnanzi ad opere di grandi registi, ma una cosa sicuramente la si incontrava sempre: il riso di gusto. Leslie se n’è andato ad 84 anni, circondato dalla moglie e dagli amici, lasciandosi alle spalle una carriera costellata di film molto belli e di altri mediocri, sempre comunque (o quasi) risollevati dalla sua simpatia. Augurandogli buon viaggio, siamo certi che ci mancherà il suo spirito comico e il suo volto simpatico, specialmente osservando i bassi risultati raggiunti dal genere “demenziale” che lui stesso contribuì a creare. “Contiamo su di voi!”, diceva alla fine de L’aereo più pazzo del mondo. E noi contiamo su di lui, ricordandocelo ogni qualvolta vorremo farci delle strepitose, sane risate.

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