(Out for a kill)
Regia di Michael Oblowitz
con Steven Seagal (Professor Burns), Michelle Goh (Tommie Ling), Corey Johnson (Ed Grey), Kata Dobò (Maya), Elaine Tqn (Yi).
PAESE: Italia 2003
GENERE: Azione
DURATA: 88′
Archeologo ex ladro di reperti cinesi e bravissimo nelle arti marziali (sic!) si ritrova incastrato in un traffico di droga. Quando gli uccidono moglie e collega, distrugge da solo l’organizzazione mondiale dedita al traffico di stupefacenti.
I malviventi dovrebbero sapere che chi uccide i cari a Steven Seagal, difficilmente la passa liscia. E così assistiamo ad un vero e proprio massacro (se non olocausto) operato dalle manone del rozzo e mono espressivo atleta d’azione, incapace di recitare un minimo di sentimento di dolore alla morte della moglie ma bravissimo nell’uccisione violenta di una serie incredibile di cattivi senza cuore. Al di là della sceneggiatura improbabile (firmata dallo stesso Seagal, anche produttore), la storia arranca con fantasia e non sense sguazzando in una banalità difficile da trovare altrove. Il già visto e il già sentito regnano su tutto, il basso costo rende ridicolo ogni tentativo di simil- effetto speciale, mentre la figura dell’eroe senza macchia (ma con capelli improbabili) vestito come un monaco cinese più volte strappa involontarie risate generose. Lo sconosciuto Oblowitz gira con mano tremante, indecisa e assolutamente anonima, il montatore andrebbe rinchiuso per crimini contro l’umanità. Unica nota positiva? Pur se in modo tragicamente non voluto, diverte incredibilmente nella sua reazionaria ingenuità. L’ignoranza filmica scavalca qualunque cinepanettone italico, i dialoghi ricordano una minestra riscaldata più e più volte. Inguardabile e insopportabile, nullo. Capolavoro di rara bruttezza e indecorosità.
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