1975 – Occhi bianchi sul pianeta Terra

(The Omega Man)

Regia di Boris Sagal

con Charlton Heston (Robert Neville), Anthony Zerbe (Matthias), Rosalind Cash (Lisa), Paul Koslo (Dutch) Eric Laneuville (Richie), Lincoln Kilpatrick (Zachary), Brian Tochi (Tommy).

PAESE: USA 1971
GENERE: Fantascienza
DURATA: 98′

Unico sopravvissuto ad un olocausto batteriologico provocato da una guerra mondiale, il dottore militare Robert Neville lotta tutti i giorni con una setta di contagiati all’ultimo stadio allergici alla luce del sole.

Seconda riduzione del romanzo Io sono leggenda (1954) di Richard Matheson dopo l’ottimo L’ultimo uomo della Terra, coproduzione italo americana con Vincent Price. Il film del russo naturalizzato USA Sagal si basa su una sceneggiatura che prende parecchie distanze dal libro, rendendolo più che una fonte una semplice traccia. Il risultato non è poi così maligno. I vampiri diventano fedeli di una setta che tentano di spiegare col volere di Dio il loro tragico destino: certo questo fattore indebolisce il fascino dei cattivi, ma è pur vero che d’altro canto somma allo spirito socio- politico dell’intreccio alcune considerazioni decisamente graffianti in materia di religione e fondamentalismo. Sagal attribuisce l’epidemia ad un conflitto mondiale, rimarcando la componente politica e tramutando il pessimismo di Matheson in un più moderato spirito pacifista, mostrando addirittura il protagonista in un cinema mentre guarda il film Woodstock. Non riesce comunque ad affrontare la crudeltà del finale del romanzo, e di conseguenza innesta un lieto fine francamente deludente. Ma è pur vero che l’andamento della storia lo permette, e di conseguenza non è poi così anomalo nell’ottica del film.

Resta poco della regia di Sagal (che comunque qualche volta usa zoom e rinvelocizzazioni in modo originale), mentre si fanno notare le ambientazioni azzeccate e un discreto senso della suspense. Anche la scelta di innestare all’intreccio due punti di vista – quello di Neville e quello del cattivo Matthias – uccide in qualche misura il fascino del conflitto, che derivava dall’affrontare un nemico occulto e quasi invisibile. Al giorno d’oggi pare un film piuttosto datato, ma ha comunque ancora qualcosa da dire. Un po’ ridicoli i cattivi – con occhialoni scuri, capelli di spago e pelle albina – e un po’ risibile la scelta di fare parlare Heston da solo per far capire allo spettatore ciò che gli frulla in testa. Ma è anche vero che qualche sequenza, come quella inziale, si ricorda. Il finale, in cui Neville sai sacrifica per i superstiti e muore come fosse in croce, è francamente un po’ troppo banale, mentre un bel po’ di buchi in sceneggiatura risultano un po’ troppo grossi. Rimane un film discreto, sicuramente non noioso. E decisamente superiore all’adattamento più moderno, quello con Will Smith, che da questo copia a piene mani.

Da riscoprire.

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