Ubaldo Terzani Horror Show

(Conosciuto anche col titolo inglese In The Mouth of Ubaldo Terzani)

Regia di Gabriele Albanesi

con Giuseppe Soleri (Alessio Rinaldi), Paolo Sassanelli (Ubaldo Terzani), Laura Gigante (Sara), Antonino Iuorio (Tommaso Curreri), Ripli Zsuzsanna (Erika), Francesco Mastrorilli (Giulio), Stefano Fregni (Guido Orsello), Vera Dragone (Ninetta), Massimo Triggiani (Luca Paoletti).

PAESE: Italia 2011
GENERE: Horror
DURATA: 83′

Il regista Alessio non viene preso sul serio perché scrive solo film splatter che il pubblico non apprezza più. Per aiutarlo, il suo produttore lo spedisce a lavorare con lo scrittore Ubaldo Terzani, rinomato autore di romanzi dell’orrore che sembra nascondere parecchi segreti…

Sponsorizzato dalla Film commission di Torino e dai Manetti Bros., il secondo film di Gabriele Albanesi è un b- movie splatter che si ispira, sfiorando il plagio, al ben più noto Il seme della follia (1994) di John Carpenter. Vorrebbe essere un omaggio al cinema italiano di serie B, ma non basta appendere ai muri poster di Sergio Leone e far indossare al protagonista magliette con scritto “Fulci Lives” per apparire acculturati in campo audiovisivo. Certo, il background “storico- teorico” del giovane regista è evidente, ma il copione richiedeva un po’ più d’intelligenza e finezza. Il suo punto debole non è – come molti invece hanno sostenuto – il bassissimo budget, quanto l’assoluta mancanza di idee, la pedante incapacità degli attori (Sassanelli alterna guizzi riusciti a mugugni impresentabili), l’abuso delle parolacce come mezzo di trasgressione, i sipari imbarazzanti (il duetto omosessuale, oltre che totalmente fuori dalla trama, è da antologia della serie Z). Resta decisamente poco, anche se va detto che gli effetti speciali di Sergio Stivaletti sono decisamente superiori alla media. Ma che dire del finale? Dopo aver assistito a morti scabrose e terrificanti il regista trova finalmente l’ispirazione: come se, tutto il sangue versato nella vita reale, fosse comunque servito a qualcosa. Un po’ deprecabile, forse. L’unico merito di Albanesi è quello di credere in quello che fa e di essere sincero con lo spettatore. Resta solo da chiedersi se questo non lo spinga a prendersi troppo sul serio e a precipitare più volte nel ridicolo involontario. I cultori del trash ne hanno irriso il trailer, ma è un film diverso da come appare guardandone la pubblicità. Non bello, comunque.

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