Stargate

(Stargate)

Regia di Roland Emmerich

con Kurt Russell (Colonnello Jonathan “Jack” O’Neil), James Spader (Dottor Daniel Jackson), Jaye Davidson (Ra), John Diehl (Tenente Charles Kowalski), French Stewart (Tenente Louis Ferretti), Erick Avari (Kasuf), Alexis Cruz (Skaara), Mili Avital (Sha’uri), Viveca Lindfors (Dottoressa Catherine Langford), Leon Rippy (Generale W. O. West), Christopher John Fields (Tenente Freeman), Derek Webster (Tenente Brown), Djimon Hounsou (Horus).

PAESE: USA 1994
GENERE: Fantastico
DURATA: 119′

Squadra di scienziati e marines è inviata, attraverso uno “stargate” (“porta delle stelle”), su un pianeta appartenente ad un’altra dimensione in cui sta per scoppiare una guerra che potrebbe distruggere gli equilibri dell’universo.

Primo exploit americano del tedesco Emmerich, che diverrà “mastro kolossal” per i produttori di Hollywood. Scritto dal regista con Dean Devlin, è un tentativo poco riuscito di coniugare romanzo d’avventura e fantascienza, Indiana Jones e Guerre Stellari, passando per l’immaginario desertico di Dune. Parte bene, con un buon dosaggio di mistero e suspense; prosegue anche meglio, mostrando la spedizione che si avventura nel “nuovo mondo”, suggestivo ed affascinante; poi, ad un tratto, si ingolfa: i personaggi si rivelano troppo tagliati con l’accetta (lo scienziato saputello arrogante ma buono e il colonnello dei marines aggressivo ma giusto), le scenografie di teutonica pesantezza ed egiziana ispirazione sono patinate e poco “visionarie”, l’andamento della trama assume esiti prevedibili e il tutto svolta verso una banalità da videogames tanto cara all’action hollywoodiano. Nemmeno le aspirazioni “mitiche” – il percorso di Jackson richiama quello del soldato di Pocahontas – riescono a risollevare le sorti di un film che mette troppa carne al fuoco e finisce per dimenticarsi il proprio scopo: meravigliare. Peccato, perché l’idea di partenza non era affatto malvagia. Spader, comunque, fuori parte, e Russell troppo fiero della sua prestanza per accorgersi che i tempi di Carpenter sono lontani. Un discreto successo di pubblico non ha garantito a Emmerich la possibilità di girarne due seguiti,  come regista e sceneggiatore avrebbero voluto, ma non ha fermato i produttori dal trarne una serie tv e due film per il piccolo schermo. Tra i caratteristi spicca Djimon Hounsou, attore beninese che diventerà famoso.

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