Il Domani che verrà – The Tomorrow Series

(Tomorrow, When the war began)

Regia di Stuart Beattie

con Caitlin Stasey (Ellie Linton), Rachel Hurd-Wood (Corrie), Lincoln Lewis (Kevin), Deniz Akdeniz (Homer), Phoebe Tonkin (Fiona Maxwell), Chris Pang (Lee), Ashleigh Cummings (Robyn Mathers), Andy Ryan (Chris Lang), Colin Friels (Dottor Clement).

PAESE: Australia, 2011
GENERE: Avventura
DURATA: 103’

Gruppetto di giovani australiani passa il week end in campeggio. Quando tornano in città, si accorgono che non c’è più nessuno in giro. Cos’è successo? Perché ci sono soldati asiatici in agguato in ogni angolo?

Tratto dal primo di una serie di romanzi – The Tomorrow series – scritti dall’australiano John Marsden, diretto dall’esordiente Beattie (già sceneggiatore de La maledizione della prima luna e Collateral), è un post apocalittico ambientato in Oceania in cui tutto è già visto, altrove e meglio. Il romanzo voleva essere un diario di formazione in cui un gruppo di ragazzi scopre il Male attraverso la guerra, il film pare un episodio allungato di O. C. ambientato sotto le bombe. Dialoghi involontariamente ridicoli, siparietti comici imbarazzanti, personaggi psicologicamente tagliati con l’accetta e grosse falle nell’intreccio. Senza dimenticare che vanta la presenza di uno degli attori asiatici (Pang) peggiore di tutti i tempi. Non che gli altri siano meglio, comunque. La trama è quasi impresentabile, e inanella uno dietro l’altro tutti gli stereotipi del genere, mentre l’eroina Ellie – che il pubblico maschile apprezzerà certamente – è poco credibile nei panni della leader del gruppo. La colonna sonora si compone di banalissimi pezzi pop adolescenziali, mentre la regia non va al di là di una piatta scrittura televisiva. Qualche piccolo pregio, comunque, ce l’ha: sa utilizzare con creatività i pochi, economici effetti speciali, creando talvolta qualche scena riuscita (il volo notturno degli aerei da guerra), ha un ritmo abbastanza sostenuto e decide intelligentemente di non basare tutto sull’azione. E, per quanto soporifera, la regia si discosta dagli emuli hollywoodiani alla Michael Bay, parenti del videoclip. Finale (se così lo si può chiamare, visto che resta aperto per non rinuciare al seguito) imbarazzante: sembra una scena non riuscita di Hot Shots!. E che dire delle spiegazioni sulla guerra (che, date praticamente subito, smorzano qualsiasi alone di mistero)? La Cina attacca l’Australia perché in Asia non c’è più posto, mentre in Oceania ci sono pochi abitanti con tanto spazio (sic). Fa quasi ridere come la frase senza senso che dice uno dei personaggi, novello Rambo in cerca di vendetta: “il rischio più grosso è non correre alcun rischio”. Cosa?

Questa voce è stata pubblicata in 2000 - oggi, Genere Avventura e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *