Terminator 2 – Il giorno del giudizio

(Terminator 2: Judgement Day)

Regia di James Cameron

con Arnold Schwarzenegger (T-800), Edward Furlong (John Connor), Linda Hamilton (Sarah Connor), Robert Patrick (T-1000), Earl Boen (Dottor Peter Silberman), Joe Morton (Myles Dyson), S. Epatha Merkerson (Taryssa Dyson), Castulo Guerra (Enrique Salceda), Xander Berkeley (Todd Voight).

PAESE: USA 1991
GENERE: Fantascienza
DURATA: 137’ (154’)

Los Angeles, 1994. Dieci anni dopo aver sconfitto il perfido T-800, Sarah Connor è in manicomio per aver tentato di far esplodere il sistema informatico Skynet, prossimo colpevole della guerra delle macchine. Per uccidere il di lei figlio John, futuro capo della resistenza, arrivano dal 2030 due nuovi cyborg: il T-1000, capace di trasformarsi in cose e persone e programmato per uccidere John, e un nuovo T-800, settato questa volta per proteggerlo.

Secondo capitolo, a distanza di 7 anni, di uno dei film più noti del mondo. Più che al primo, si collega ad altri due film del regista: Aliens (per il ruolo della donna forte, più forte dell’uomo) e The Abyss (per il ruolo positivo che può assumere la tecnologia). Rispetto al precedente c’è più azione, più sangue, più violenza, ma anche molta più ironia, il che avvicina il film all’universo filmico del fumetto: si pensi alla sequenza, da antologia, del camion guidato dal T-1000 che segue la moto dei protagonisti. Nonostante duri di più del capostipite, il ritmo non conosce alcun cedimento, la suspense è ben costruita e, anche se l’azione diventa più hollywoodiana, convenzionale, resta coreografata in modo ineccepibile. Unica nota stonata: il pessimismo del film del 1984 lascia il posto ad un ottimismo decisamente più “americano”. Grandioso Scwarzy nel ruolo che più gli si appiccica addosso, ma spesso la scena gliela ruba il T-1000 di Patrick (effetti speciali ancora curati da Stan Winston, con Dennis Muren), le cui trasformazioni in metallo liquido lasciano a bocca aperta: straordinarie. In colonna sonora  c’è una canzone del gruppo Guns’n Roses, mentre il compositore Brad Fiedel riprende, innovandoli, i temi sonori del precedente. Costato 94 milioni di dollari (17 solo di effetti speciali), ne ha guadagnati 500. Produce, e questa volta, scrive col regista (e William Wisher Jr.), Gale Anne Hurd, ex moglie di Cameron. Ne esiste una versione director’s cut, di 154′. Divertente, spassoso, fracassone. Il suo tema latente (più o meno) è la distruzione: di oggetti, cose, esseri umani, cyborg, computer, mezzi, edifici. Cameron sembra sempre di più un bambino intento a rompere le sue costruzioni solo per il gusto di farlo, per vederle saltare in aria sotto il suo potere. E, immancabilmente, per ricostruirle fatte meglio.

Questa voce è stata pubblicata in 1971 - 2000, Genere Fantascienza e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *