(Coming to America)
Regia di John Landis
con Eddie Murphy (Akeem), Arsenio Hall (Semmi), Shari Headley (Lisa McDowell), James Earl Jones (Re Joffy Joffer), Madge Sinclair (Regina Aoleon), John Amos (Cleo McDowell), Paul Bates (Oha), Eriq La Salle (Darryl Jenks), Allison Dean (Patricia McDowell), Vanessa Bell Calloway (Imani Izzi), Samuel L. Jackson (rapinatore), Louie Anderson (Maurice), Ralph Bellamy (Randolph), Don Ameche (Mortimer).
PAESE: USA 1988
GENERE: Commedia
DURATA: 116′
Appreso che dovrà sposare una donna che non conosce ma che i suoi genitori hanno scelto per lui, il principe Akeem lascia lo stato africano di Zamunda e, con il suo migliore amico, vola nel Queens, a New York, in cerca dell’amore vero. Lo trova in Lisa, la figlia di un piccolo proprietario di fast food. Ruscirà ad ottenere dal padre – il re! – il permesso di sposarla?
Da un soggetto dello stesso Murphy, sceneggiato da David Sheffield e Barry W. Blaustein, una spassosa, intelligente, colorata commedia sentimentale con qualche difetto e molti pregi. Il canovaccio è quello di mille altre commedie romantiche made in Hollywood, ma Landis – e Murphy, alla seconda collaborazione col regista dopo Una poltrona per due – ci mettono del loro: impagabile galleria di personaggi, dialoghi esilaranti, e uno riuscito sottotesto satirico che irride i miti (e i riti) dell’american way of life. Il sottofinale – in cui le due famiglie, quella del re di Zamunda e quella del re del fast food, si incontrano – è una delle cose più divertenti del cinema di Landis. C’è anche una memorabile auto-citazione: i due barboni a cui Akeem regala i soldi sono i fratelli Duke, ovvero i due malvagi ricconi che finivano sul lastrico alla fine di Una poltrona per due. Camei di Frankie Faison (un albergatore) e Tobe Hooper (un invitato alla festa dei McDowell) e piccolissima parte per un esordiente Cuba Gooding Jr. (un cliente del barbiere). Grazie ai trucchi di Rick Baker, Murphy e Hall appaiono in diversi ruoli. Raro caso di film che termina con una barzelletta.
